C’è una discreta salitella per raggiungere il mio ufficio, una volta scesa dal mio 130. E mentre arranco uno dei grattacieli di vetro già mi viene incontro. Lo guardo dal basso e lentamente alzo lo sguardo. Un raggio di sole che scintilla mi acceca. É il riverembero che dal vetro nero mi arriva dritto dritto tra le braccia e mi bacia il volto.
E mi allargo in un sorriso che dalla base delle spalle mi arriva agli alluci. Dio, come sono felice. Non vedo tristezza tra questi uffici di cemento e cristallo. Perchè alla base dei giganti di vetro ci sono siepi verdi di rododendri e alberelli ancora spogli che sembrano cantare liberi di chioma e ombre al cielo. E ci sono pure i sempre verde. E trifogli sui bordi del marciapiede. Così come erbetta rugiadosa. E io ci salgo sulla salitella con il mio raggioinfronte e musica nel cuore.
Incanto Errante