QUESTIONSLAM istruzioni per l’ uso. L’ intervista a Paola Casulli
In attesa della finale del Poetry Slam prevista per sabato 18 giugno 2016 a CASA MERINI a Milano in cui ritroverete i nostri poeti da tutta Italia per questa grande giornata dedicata alla poesia….
Per QUESTIONSLAM: interviste sul Poetry Slam Italiano la parola a Paola Casulli.
Paola Casulli è poetessa ed MC, ha condotto il poetry slam di Ischia, che si è tenuto con successo al Torrione di Forio, e ora ha in programma uno slam a Verona per il mese di maggio.
Partiamo dal poetry slam di Ischia? Com’è stata questa esperienza?
Magnifica. Molto dura perchè i preparativi sono durati mesi dovendo io gestire poeti dalla terraferma all’isola e viceversa. Ma estremamente diversificata proprio per questa sua peculiarità. Inoltre mi ha permesso di rivedere amici e artisti ischitani che non vedevo da tempo. E per questo ringrazio Slam Italia!
Prima di approdare al poetry slam hai partecipato ad altri eventi poetici in Italia, qual’è la differenza?
Si. Ho organizzato e condotto molti incontri poetici e letterari. Ma la differenza é notevole. La presentazione di un libro, per quanto si cerchi di vivacizzare l’evento, resta comunque un episodio statico. A tratti un po’ debole nell’attenzione dei presenti. Lo slam è energia pura! É movimento. Fai fatica a gestire l’entusiasmo della gente e dei poeti in gara!
Pensi che il poetry slam possa davvero affermarsi nel nostro paese?
Credo di si. Secondo il mio punto di vista, i poeti, rispetto ad altre categorie di creativi, sono già di per sé molto attivi. Lo slam facilita il loro volersi aggregare. La loro instancabile volontà di portare la poesia ovunque. E soprattutto permette di rendere partecipi attivamente un gran numero di persone, estranee al mondo poetico, che in questo modo invece ne sono attratte. Incuriosite. Uno spettacolo a metà tra letteratura e cabaret. Una formula vincente in un paese come l’italia dove anche la cultura deve saper conquistare la parte ludica di ognuno di noi.
Come poetessa partecipi anche ad alcune gare, organizzate da altri mc, e qui cambia la prospettiva, ti diverti anche come poetessa in gara?
Sicuramente. Ho appreso, non senza meraviglia, un diverso modo di leggere la poesia. Se fino allo slam credevo di dover leggere i testi con una certa serietà, un po’ pomposa, ora so di poter dare mille sfumature di lettura e di interpretazione ai miei versi. Senza per questo doverli impoverire o minimizzarli nel significato. Questo ha svelato molto di me e di quello che scrivo. Mi ha rivelato accezioni mai credute possibili. E questo è divertimento, si capisce.
Intervista a cura di Max Ponte & Ilaria Giacobbi
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