Cerco una libreria che mi affascini con il suo sapore di altri tempi, in questa Cracovia oggi inondata di sole.
Mi inoltro per i vicoli laterali del Rynek Glowny, la Piazza del Mercato.
Il piccolo libro guida che mi porto in tasca mi suggerisce il Caffè Letterario Matras, al numero 23 della Piazza. La più antica libreria d’Europa, c’è scritto. Fondata nel 1610. Si dice che tra i suoi scaffali sia siano aggirati i premi Nobel Wislawa Szymborska e Czeslaw Milosz.
Sono molto incuriosita e cosi decido di scovarla ed entrare. Resto delusa. La libreria è indubbiamente spaziosa e ricchissima di libri. Elegantissima con i suoi portali e i soffitti d’epoca. In fondo ai corridoi si apre una stanza più grande dove puoi sorseggiare un caffè o gustare dei dolci, seduto sui sofà rosso ciliegia. Come pure le sedie hanno cuscini dello stesso colore e alcune pareti, dove spiccano ritratti di scrittori e poeti famosi passati da qui. I tavoli sono ovali e hanno il ripiano di vetro. Se guardi dentro, oltre i vetri, puoi scorgere pagine autografe di luminari che sono stati ospiti in questo spazio letterario. Si, devo ammettere che l’opera di restauro è eccellente ma ha reso il locale troppo perfetto. Luminoso, ordinato, silenzioso oltre ogni ragionevole dire, non mi cattura. Non trovo l’anima del luogo che doveva esserci stata in tempi lontani.
Così a malincuore mi avvio fuori. Mi ritrovo nella piazza chiassosa dove tra la folla spuntano, di tanto in tanto, carrozze bianche con cavalli pezzati riccamente adornati. Portano a passeggio ingenui turisti che cercano il sogno romantico di epoche remote. Mi dirigo verso un’altra libreria.
Libreria Bona. Ubicata in Ulica Kanonicza. Al numero 11. La trovo già più suggestiva della prima. Piena di libri accatastati in ogni angolo, sembra più piccola della libreria Matras. Anche più intima. Puoi trovare un sacco di cartoline, libri illustrati e guide turistiche della città. Un piccolo caffè, al suo interno, ha i toni dell’azzurro mare. La libreria ha anche il vantaggio di affacciarsi sulla Chiesa di San Pietro e Paolo. Un capolavoro d’arte barocca voluto dai Gesuiti. Ma anche questa libreria non fa al caso mio.
Ormai rassegnata, mi incammino per le vie della città quasi a caso. Facendomi portare dal cuore. E accade il miracolo. Mi trovo davanti ad una piccolissima libreria antiquaria. Entro e trovo ad accogliermi tre signore anziane. Immerse in un’aria decadente, luci soffuse, il profumo di libri antichissimi, mi sembra di essere tornata indietro nel tempo. Mi sembrano tre delle nove Muse. Decido di nominarle. Clio, colei che rende celebre la Storia, perché la libreria è ricca di volumi sulla storia di Cracovia, e della Polonia; Euterpe, colei che rallegra, la Poesia Lirica, perché Cracovia stessa ne è intessuta; Melpomene, colei che canta, la Tragedia, perché mi sembra quella più anziana ed ha un’espressione più accigliata. Se ne resta seduta dietro il bancone di noce massiccio a bere tè da un’antica tazza in porcellana rosa.
Ovviamente non parlano inglese. Intendono dal mio discorso che io voglia comperare un libro della Szymborska. E dicono no, che non ce l’hanno il libro. Scuotendo leggermente all’unisono, le teste dai capelli d’argento. Sorrido commossa. A gesti faccio intendere loro che ciò che voglio è potermi sedere sull’unica, vecchia seggiola del locale, immersa tra i volumi, e leggere una poesia della grande poetessa mentre Paolo, il mio compagno, mi segue con il video.
Un Ohhh di sorpresa invade i loro visi grinzosi e gentili. Mi fanno cenno di accomodarmi e così faccio. Leggo la poesia “Un appunto” tratta dalla raccolta Chwila, Attimo, del 2002.
Al termine della ripresa le vedo uscire silenziose da dietro un tendaggio pesante, di color tabacco, posto in fondo alla libreria. Sorridono. Forse compiaciute dalla mia scelta. Forse meravigliate da questa donna che legge ad alta voce versi per loro incomprensibili, ma che pur appartengono alla loro storia. Parleranno a lungo di una straniera all’improvviso…
Incanto Errante