Exilles, che in occitano suona Eissilhas e che si trova in Alta Val di Susa, sorge all’interno di una stretta gola della Dora Riparia.
Il borgo, l’antica gallo-romana Excingomagus, si trova sul percorso della Via Francigena, e ha un’origine antichissima.
Abitato già in epoca primitiva e poi in epoca celtica, è noto per il Forte di Exilles, uno dei monumenti più antichi della Valle Susa, considerato un raro esempio di castello di strada, sulla strada del Monginevro.
Costruzione fortificata quadrangolare con torri, strade e magazzini esterni, diverse cerchia di mura intorno al nucleo centrale, il Forte era un importante collegamento tra il Piemonte e la Provenza.
Dal 1155, sotto il comando dei conti d’Albon, antica contea francese, divenne un vero e proprio complesso fortificato.
Dalla prima metà del 1300 il forte di Exilles e il paese passarono di mano in mano, tra la dominazione piemontese e quella francese in una lunga contesa che vide contrapposte le due fazioni del Ducato di Savoia e quelle del Delfinato fino a quando nel 1593 Exilles passò sotto il controllo di Carlo Emanuele I di Savoia.
All’inizio del Seicento il forte perse il suo assetto di vecchio castello per trasformarsi in fortezza bastionata dove, secondo la leggenda, tra il 1681 ed il 1687, nascose nelle sue segrete il misterioso personaggio denominato “Maschera di Ferro”, reso tristemente celebre dal romanzo di Alexandre Dumas padre che ne fece un personaggio nel romanzo Il visconte di Bragelonne.
Quali che fossero le varie voci sull’identità del prigioniero, l’ipotesi più accreditata sembrava fosse quella che vedeva, nello sfortunato recluso, il fratello gemello di Luigi XIV, la cui esistenza sarebbe stata occultata per evitare contestazioni sul diritto al trono di Francia.
Fatto radere al suolo dai francesi in seguito al trattato di Parigi il 15 maggio 1796, il Forte viene ricostruito nell’assetto odierno tra il 1818 e il 1829 dal Re di Sardegna tornato in possesso dei suoi territori.
Il forte fu poi disarmato nel 1915 e perse definitivamente ogni funzione militare l’8 settembre 1943 quando venne abbandonato definitivamente dai militari.
Nel 1978 la Regione Piemonte acquisisce il bene dal Demanio militare e si impegna a provvedere al suo restauro conservativo e recupero funzionale come monumento.
Nella seconda metà del diciannovesimo secolo Exilles conobbe una grande espansione demografica e commerciale. La presenza al Forte di una guarnigione di quasi mille militari e, in paese, di una stazione dei Carabinieri, favorì una ricca fioritura di attività commerciali e il borgo, che con quasi tremila abitanti era il più popoloso dell’Alta Valle di Susa, venne elevato a rango di città.
Per non dimenticare questo passato splendore, oggi, gironzolando tra le sue vie, si possono leggere sui muri le targhe che, tra aneddoti e brevi descrizioni di ambienti domestici, scene di vita quotidiana, lavori e mestieri, ne ricostruiscono la vita di tanto tempo fa. Ed è proprio la frase “A Exilles una volta c’era” a introdurre antiche memorie, sogni lontani e chissà quanto altro ancora…
… come la storia della famiglia Humbert che aveva una vineria e il cui figlio divenne pure sindaco, o il calzolaio che riforniva di scarponi i soldati del Forte. O il carro con il mulo di Marcellino Rougier, che forniva trasporti tra Exilles e Torino, ma solo per due giorni e senza lunghe soste se non al ritorno. E che dire dell’albergo della posta che accoglieva un grande salone per il ballo degli ufficiali che, nella loro alta uniforme, avranno fatto battere i cuori di tante ingenue fanciulle della ormai perduta Exilles.
Incanto_Errante