A Napoli fa più freddo stamattina. I polpastrelli hanno piccole righe di pentagramma dove la città scrive il suo canto. E io lo porto. Lo porto in giro. Per le piazze, nei vicoli, su per le salite strette strette. Tra gli alberi abbarbicati ai palazzi, a nascondere certe finestre che prendono l’ombra. Poi entro nel solito caffè per un cappuccino. Quello in vetro, bicchiere lungo, con lo zucchero che non è zucchero ma una colata di delizia dorata. Mi riscaldo la gola e la musica sulle dita diviene sinfonia d’amore. Per le piccole cose.
Incanto Errante