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    Baluginante dio - Foto di Paola Casulli

    Chi è il Poeta?

    Un buon lettore può, almeno fino ad un certo punto, rannicchiarsi nel cervello dello scrittore che sta leggendo e pensare da lì. Con la sua stessa testa. Trovarsi, per esempio, a fare le stesse osservazioni, condividere le medesime opinioni, esplicare gli stessi argomenti. Prepararsi ad essere, per così dire, una sottile propaggine alla percezione del suo autore. Il medesimo buon lettore non riuscirà mai, invece, ad immedesimarsi con altrettanta disinvoltura nella mente del Poeta. Si rischiano distorsioni, perdita di senso, sbavature. Il trasferimento della verità più recondita delle cose nei versi e nella musicalità di quei versi, fa del Poeta la rappresentazione perfetta di un prestigiatore. Lui solo può, con stratagemmi del mestiere, realmente ricominciare tutto daccapo con ogni nuova poesia. E se il lettore lo ha seguito fiducioso, convinto dell’unicità di una strada, si troverà presto vittima di una poderosa variazione di senso. Restandone sopraffatto. Nessuno sa immaginare meglio del Poeta ciò che attraversa il cuore degli uomini. La loro probità, l’innocenza, le virtù. Di convesso, anche i vizi, il tormento, lo slancio sublime dell’eroe, il dolore. E, mentre affronta i limiti della parola e i trabocchetti della lingua, trasforma il vissuto di ognuno di noi in una traversata visionaria in un mare senza confini. Restando pur sedotto dall’ostentazione del verso fino allo spossamento. Nessuno, insomma, può leggere un Poeta a lungo e profondamente senza trovarsi faccia a faccia con la sua straordinaria indipendenza come Poeta, come essere umano, come pensatore. Il “Genio” della Poesia è un Genio fluido, volubile, capriccioso, concettualmente originale. A cui bisogna solo placidamente sottomettersi. Blake, Whitman, Dickinson, Rilke, Keats e gli altri, sono il Divino e l’Umano insieme. Custodiscono il Peccato Originale e la bellezza della Creazione. L’antica scintilla di ciò che è poi accaduto. Un fecondo atto di coscienza dove tutte le straordinarie intuizioni costituiscono la forza e il potere di un testo poetico. E, per dirla con Ralph W. Emerson, “Tutto il potere è di un solo tipo, una partecipazione alla natura del Mondo”.

    testo e fotografia di Incanto Errante

     

     

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